L’ascesa di Adolf Hitler al potere fu il risultato di una combinazione di fattori storici, politici ed economici che colpirono duramente la Germania tra le due guerre mondiali.
Dopo la sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, il paese fu costretto ad accettare le dure condizioni imposte dal Trattato di Versailles: pesanti riparazioni economiche, riduzione dell’esercito e la perdita di territori. Queste misure umiliarono profondamente la popolazione tedesca, alimentando sentimenti di frustrazione e desiderio di riscatto.
Negli anni ’20 e ’30, la situazione peggiorò con la Grande Depressione, che portò disoccupazione, povertà e instabilità sociale. In questo clima di crisi e incertezza, Hitler riuscì a farsi strada.
Abile oratore e figura carismatica, attraverso una propaganda mirata riuscì a fare leva sul malcontento della popolazione. Prometteva lavoro, orgoglio nazionale e una Germania forte. Contemporaneamente, diffondeva visioni radicali, nazionaliste e xenofobe, puntando il dito contro la comunità ebraica.
Il suo messaggio trovò consenso non solo tra le masse, ma anche tra figure influenti dell’esercito, dell’industria e della politica, che lo vedevano come uno scudo contro il comunismo e una figura capace di portare stabilità. Così, nel 1933, Hitler fu nominato cancelliere della Germania, segnando l’inizio della sua ascesa al potere assoluto.
Vuoi approfondire questo argomento?
Prova il nostro Quiz e impara di più!