Chi veniva considerato partigiano durante la Seconda guerra mondiale?

Chiunque agisse contro il fascismo e l'occupazione tedesca.

Partigiani sfilano per le strade di Milano, liberazione, resistenza.

Durante la Seconda guerra mondiale, in Italia, veniva considerato partigiano chi sceglieva di opporsi attivamente all'occupazione tedesca e al regime fascista. Non serviva una divisa, né un titolo ufficiale: bastava la decisione di resistere.

Molti di loro erano giovani, studenti, operai, contadini, ma anche ex soldati del Regio Esercito sfuggiti alla cattura dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Altri arrivavano dal ceto medio, da ambienti cattolici, socialisti, comunisti o semplicemente da famiglie stanche della guerra. All'inizio si muovevano in piccoli gruppi spontanei, spesso nascosti tra le montagne o nelle campagne. Poi, con il tempo, iniziarono a organizzarsi meglio, unendosi in brigate in base all'orientamento politico o alla zona di attività.

Il loro obiettivo era chiaro: ostacolare il nemico. Lo facevano con sabotaggi alle linee ferroviarie, imboscate contro i convogli tedeschi e azioni di disturbo nelle città. Ogni gesto era rischioso. Ogni scelta poteva costare la vita.

Per il loro coraggio e sacrificio sono oggi ricordati come simboli della lotta per la libertà e la democrazia.

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