La guerra sottomarina senza restrizioni intrapresa dalla Germania durante la Prima Guerra Mondiale fu una delle principali cause che portarono gli Stati Uniti ad abbandonare la loro posizione di neutralità e a entrare nel conflitto. Questa strategia tedesca prevedeva l'affondamento di tutte le navi, sia militari che mercantili, incluse quelle neutrali o appartenenti a paesi non coinvolti direttamente nel conflitto, che navigavano verso i porti degli alleati dell'Intesa, con l'intento di bloccare i rifornimenti vitali.
Uno degli episodi più tragici e noti di questa campagna sottomarina fu l'affondamento del transatlantico RMS Lusitania il 7 maggio 1915 da parte del sottomarino tedesco U-20. L'attacco provocò la morte di 1.199 persone, tra cui 124 cittadini statunitensi. Questo evento suscitò un'indignazione pubblica internazionale e fu percepito negli Stati Uniti come un atto di barbarie contravvenente ai principi della libertà di navigazione e del diritto internazionale, mettendo in luce i rischi associati alla guerra sottomarina senza restrizioni.
Nonostante l'indignazione per l'affondamento del Lusitania e altri attacchi simili, gli Stati Uniti rimasero neutrali per altri due anni. Tuttavia, la ripresa da parte della Germania della guerra sottomarina senza restrizioni all'inizio del 1917, unita alla scoperta del telegramma Zimmermann (un messaggio cifrato tedesco che proponeva un'alleanza militare con il Messico nel caso gli Stati Uniti fossero entrati in guerra contro la Germania), furono i fattori decisivi che portarono alla dichiarazione di guerra degli Stati Uniti alla Germania il 6 aprile 1917.
L'entrata in guerra degli Stati Uniti rappresentò un punto di svolta nel conflitto, apportando alle potenze della Triplice Intesa un sostegno militare ed economico significativo che si rivelò cruciale per l'esito finale della guerra.
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