Perché la Russia si ritirò dalla Prima Guerra Mondiale?

Le perdite subite erano eccessive

Mappa dell'Unione Sovietica con il territorio russo evidenziato in rosso (1956-1991).

Diverse motivazioni spinsero la Russia a uscire dalla Prima Guerra Mondiale nel 1917. Il paese affrontava una grave crisi, con oltre sei milioni tra morti, feriti e prigionieri, soldati al fronte influenzati dalle idee bolsceviche che rifiutavano di combattere, infrastrutture devastate e una crescente disoccupazione. L'8 marzo, un imponente sciopero a San Pietroburgo, che coinvolse oltre 90.000 tra operai e soldati, costrinse lo zar Nicola II ad abdicare il 15 marzo. Il Governo provvisorio, guidato dal socialista Aleksandr Kerenskij, cercò di mantenere la Russia nella guerra, ma le sue offensive si conclusero con una disastrosa sconfitta. Questo permise ai Bolscevichi di sfruttare il malcontento popolare e prendere il potere durante la rivoluzione d'ottobre. La Repubblica russa fu sostituita dalla Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa sotto la guida di Lenin, che iniziò immediatamente le trattative per la pace di Brest-Litovsk, firmata il 3 marzo 1918, che portò al ritiro della Russia dalla guerra.

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