L'armistizio tra l'Italia e le forze alleate fu firmato in segreto il 3 settembre 1943 a Cassibile, in Sicilia, ma venne annunciato pubblicamente solo l'8 settembre. L'annuncio radiofonico del generale Pietro Badoglio provocò immediata confusione e disorientamento sia tra i militari che nella popolazione civile.
Con l'armistizio, l'Italia poneva ufficialmente fine alla sua alleanza con la Germania nazista e il Giappone, inaugurando una nuova fase del conflitto. I termini prevedevano la resa incondizionata dell'esercito italiano, la cessazione di ogni ostilità verso gli Alleati, la liberazione dei prigionieri alleati detenuti in Italia e la collaborazione militare contro l'occupazione tedesca.
La reazione della Germania fu immediata e violenta: attraverso l'Operazione Achse, le truppe della Wehrmacht occuparono rapidamente gran parte del territorio italiano, disarmando o catturando migliaia di soldati italiani. Nel caos che ne seguì, il re Vittorio Emanuele III e Badoglio fuggirono a Brindisi, lasciando Roma senza una guida politica.
L'Italia si ritrovò così divisa in due realtà contrapposte: al sud, il Regno d'Italia sotto il controllo delle forze alleate; al nord, la Repubblica Sociale Italiana, regime fascista fantoccio sostenuto dai tedeschi e guidato da Mussolini.
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