Il Piano Schlieffen, concepito dal generale Alfred von Schlieffen nel 1905, rappresentava la strategia militare della Germania all'inizio della Prima Guerra Mondiale. Il piano prevedeva un rapido attacco alla Francia attraverso il neutrale Belgio, con l'obiettivo di aggirare le difese francesi lungo la frontiera comune e marciare velocemente verso Parigi. L'intenzione era di infliggere una sconfitta decisiva alla Francia in un breve periodo, liberando così l'esercito tedesco per rivolgere tutta la sua attenzione e le sue risorse contro la Russia, considerata una minaccia meno immediata a causa dei tempi più lunghi che avrebbe impiegato per mobilitare le sue forze.
Il Piano Schlieffen si basava su alcune ipotesi:
1. Rapidità di azione che avrebbe dovuto sorprendere e sopraffare la Francia prima che le potenze alleate potessero reagire efficacemente.
2. Neutralità delle nazioni circostanti, si presumeva che nazioni come il Belgio rimanessero neutrali, consentendo così alle truppe tedesche di utilizzare il loro territorio per attaccare la Francia senza ostacoli.
3. Mobilitazione russa lenta, si riteneva che la Russia avrebbe impiegato molto tempo per mobilitare completamente le sue forze, dando alla Germania la possibilità di sconfiggere rapidamente la Francia prima che la Russia potesse intervenire sul fronte orientale.
Tuttavia, il Piano Schlieffen fallì. La resistenza inaspettatamente tenace del Belgio rallentò l'avanzata tedesca, mentre la mobilitazione e la risposta militare della Francia e della Gran Bretagna furono più rapide e efficaci di quanto previsto. Questo costrinse la Germania a combattere una guerra di logoramento su due fronti, proprio quello che il Piano Schlieffen aveva cercato di evitare.
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