Le Gastruppe, unità specializzate tedesche, segnarono un momento critico nella storia militare introducendo l'uso delle armi chimiche durante la Prima Guerra Mondiale. La loro prima impresa sperimentale avvenne nella seconda battaglia di Ypres, il 22 aprile 1915, quando oltre 168 tonnellate di gas cloro furono rilasciate nell'aria. Questo attacco rappresentò la prima grande implementazione di armi chimiche su larga scala, cambiando per sempre il volto della guerra moderna.
Nonostante i tedeschi non avessero previsto l'impatto devastante dell'uso del gas, la mancanza di truppe sufficienti a sfruttare il caos iniziale non permise loro di conquistare Ypres. La tattica prevedeva il rilascio del gas in condizioni di vento favorevoli, in modo che questo, essendo più pesante dell'aria, potesse diffondersi facilmente nelle trincee nemiche, causando la morte di molti soldati in breve tempo.
L'efficacia mortale del gas cloro stava nella sua capacità di soffocare le vittime, provocando un edema polmonare acuto. L'esercito tedesco, equipaggiato con maschere antigas, poteva quindi avanzare attraverso le posizioni dell'Intesa ormai indebolite con relativa facilità, occupando territorio senza incontrare significativa resistenza.
L'introduzione di proiettili d'artiglieria carichi di sostanze chimiche ampliò ulteriormente il raggio d'azione delle armi chimiche, rendendo la "guerra dei gas" una componente cruciale delle strategie offensive per circa due anni. Questo uso delle armi chimiche sollevò questioni etiche e morali senza precedenti, portando alla condanna internazionale dell'uso del gas come arma di guerra. Le durature e devastanti conseguenze sulla salute fisica e mentale dei sopravvissuti e sull'ambiente circostante hanno portato infine alla decisione di vietare tali armi nei conflitti futuri attraverso accordi internazionali come la Convenzione di Ginevra.
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