La battaglia di Amiens, iniziata l'8 agosto 1918, segnò l'avvio dell'offensiva dei cento giorni, una serie di attacchi alleati che avrebbero portato alla conclusione della Prima Guerra Mondiale. Questa battaglia è considerata un punto di svolta decisivo nel conflitto, grazie all'impiego innovativo di tattiche combinate che integravano l'uso massiccio di carri armati e supporto aereo, insieme a fanteria e artiglieria, per penetrare le linee tedesche.
Le forze alleate, comprendenti truppe francesi, britanniche e statunitensi, lanciarono un assalto sorpresa che si avvalse di circa 600 carri armati e 800 aerei. L'uso coordinato di queste risorse permise un'avanzata rapida e significativa, superando gli 11 chilometri in poche ore e catturando migliaia di soldati tedeschi. La velocità e l'efficacia dell'attacco lasciarono le truppe tedesche impreparate e incapaci di organizzare una difesa efficace, provocando perdite ingenti.
Il generale tedesco Erich Ludendorff descrisse l'8 agosto 1918 come il "giorno più nero dell'esercito tedesco nella storia della guerra", non tanto per il terreno perduto, quanto per il crollo del morale delle truppe tedesche, con molti soldati che iniziarono ad arrendersi e a perdere fiducia nella possibilità di una vittoria tedesca.
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