Dopo la firma dell'armistizio, l'Italia precipitò in una situazione politica estremamente complessa e instabile.
Nel centro-sud, il re Vittorio Emanuele III e il governo Badoglio si schierarono con gli Alleati e dichiararono guerra alla Germania nazista.
Nel centro-nord, invece, l'esercito tedesco occupò rapidamente il territorio e liberò Benito Mussolini, che fondò la Repubblica Sociale Italiana (RSI), un regime fascista sostenuto dalla Germania con sede a Salò.
L'Italia si ritrovò spaccata in due: al sud una monarchia alleata con gli anglo-americani, al nord una dittatura fascista sostenuta dalla Wehrmacht. Ebbe così inizio una vera e propria guerra civile, segnata dalla nascita della Resistenza partigiana, che lottava contro l'occupazione nazista e la Repubblica Sociale Italiana (RSI).
Fu uno dei periodi più violenti della storia italiana, segnato da scontri armati, rappresaglie e tensioni interne crescenti.
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