Perché il Piano Schlieffen si concluse con un fallimento?

Il Piano Schlieffen, elaborato dai tedeschi, aveva l'obiettivo strategico di sferrare un rapido attacco alla Francia passando attraverso il Belgio neutrale, per poi dirigere tutte le forze verso la Russia. Questo piano mirava a evitare la fortezza delle truppe francesi posizionate lungo il confine e a occupare Parigi in breve tempo, prevenendo così una guerra su due fronti, che la Germania riteneva insostenibile.

Tuttavia, l'attuazione del piano si scontrò con diverse difficoltà che ne compromisero il successo. Il Belgio, nonostante la sua dichiarata neutralità, opponeva una resistenza inaspettata, rallentando significativamente l'avanzata tedesca. Questo fattore, insieme alla resilienza del Corpo di spedizione britannico, che riuscì a contrastare efficacemente le forze tedesche, contribuì a deviare l'armata tedesca a sudest, lontano dall'obiettivo iniziale di Parigi.

Inoltre, la Russia mobilitò le sue forze molto più rapidamente di quanto previsto dal piano tedesco, lanciando un attacco sul fronte orientale che obbligò la Germania a ridistribuire parte delle sue truppe dal fronte occidentale. Questa mossa diminuì ulteriormente la pressione tedesca su Parigi e offrì agli alleati il tempo necessario per riorganizzare le loro forze.

La prima battaglia della Marna segnò un punto di svolta fondamentale: le truppe francesi, insieme al Corpo di spedizione britannico, contrattaccarono le forze tedesche ormai vicine alla capitale francese, infliggendo loro una sconfitta cruciale che costrinse la Germania a ritirarsi e a rivedere la propria strategia per il resto della guerra.

Il fallimento del Piano Schlieffen evidenziò la pericolosa sottovalutazione degli avversari da parte dei tedeschi e la complessità di condurre operazioni militari su vasta scala. Questo fallimento aprì la strada a una guerra di posizione estremamente sanguinosa e prolungata.